ParLAmi

    Fascia di età 0-3 anni

3. Uso di gesti


Tra i 9 e i 13 mesi i bambini iniziano a usare i primi gesti per comunicare (es. indicare la palla in alto per chiederla, mettere un oggetto sul palmo della mano per farlo vedere,..) e sono molto importanti nell’acquisizione del linguaggio; ne è la prova che le prime parole emergono dopo l’acquisizione dei primi gesti. I gesti chiamati “rappresentativi” sono i movimenti delle mani equivalenti a delle parole specifiche, ad es. scuotere la mano per dire “ciao”, battere le mani per dire “bravo”, portare la mano all’orecchio per dire “telefonare” e sono inizialmente prodotti solamente come imitazione di giochi che propone l’adulto [..] o nascono come imitazioni di azioni eseguite prima dall’adulto e poi dal bambino (PVB, Caselli, Pasqualetti e Stefanini - 2007).


Il discorso fatto in precedenza riguardo l’importanza di COMPRENDERE prima le parole per poi poterle dire, vale anche per la produzione dei gesti che devono prima essere appresi.

Viene dunque semplice capire quanto canzoni che comprendano gesti di routines quotidiane come “bere”, “mangiare”, “saltare” siano decisamente utili per lo sviluppo linguistico. Un esempio è la canzone “Un cocomero tondo tondo”che si adatta bene alla fascia di bambini più piccolini, mentre “Gli indiani al centro della terra..” è indicato per bambini un po’ più grandicelli (dai 18 mesi).

Una volta incominciato ad usare le parole queste canzoncine restano comunque molto utili perché danno la possibilità di iniziare a distinguere le azioni dagli oggetti (metalinguistica) e arricchiscono il vocabolario, Es. “Il palloncino sale su su su, poi scende e va giù giù, poi sale su e giù, alla fine scoppia...bum!” accompagnato dai movimenti aiuta a imparare i concetti spaziali di “su”e “giù” e quindi acquisirne anche il nome.

4. Movimenti del corpo che accompagnano la melodia


La fluenza verbale viene definita come “il naturale scorrere del linguaggio” e comprende la capacità di programmare ciò che verrà detto nel futuro immediato mentre sto pronunciando parole diverse. La fluenza linguistica è determinata dall’acquisizione di molte abilità come memoria di lavoro, reperimento lessicale e buone capacità morfo-sintattiche, ma è anche collegata alle capacità ritmiche interne. Brani come la nota “Bella lavanderina” aiutano ad esercitare queste ultime attraverso il movimento corporeo.

5. Ripetitività


È facile ricordarsi quando da bambini appena finito di vedere un cartone animato non si lasciava quasi dire l’ultima battuta che già ci si era buttati a rimettere il film dall’inizio.
Ai bambini piccoli la ripetitività non stufa. Spesso siamo noi adulti che annoiati proponiamo un libro nuovo perchè quello a cui sono rimaste solo 2 pagine non riattaccate con lo scotch non desta più la nostra attenzione.
Per i bambini piccoli invece il ripetere le stesse cose più volte è calmante ed arricchente proprio perché permette loro di comprendere meglio ciò che si sta dicendo ed è più facile memorizzare. Un altro aspetto positivo è che viene data loro la possibilità di intervenire all’interno del canto/filastrocca proprio perché ben noti.

6. Conte, filastrocche e canti in rima


Difficilmente ci si immagina che aver cantato “Sotto il ponte di Baracca, c’è Pierin che fa la cacca..” abbia aiutato il nostro sistema linguistico, ma nella realtà le conte di questo tipo o le canzoni come “Ero in cucina giravo la polenta, ma il bruco me l’ha spenta” vanno a sviluppare le competenze metafonologiche quali:

• sillabazione, capacità di dividere le parole in unità sillabiche;
• sintesi sillabica, riconoscere le parole anche se dette in unità sillabiche separate;
• rime, riconoscere l’uguaglianza della sillaba finale tra due parole.

Questi sono alcuni parametri che vengono analizzati nelle valutazioni logopediche perché ritenuti prerequisiti alla letto-scrittura, cioè competenze necessarie per imparare senza difficoltà a leggere e scrivere.

7. Le immagini a supporto del canto


Le immagini supportano la comprensione linguistica, quindi se l’obiettivo è quello di ampliare il vocabolario del bambino ci si può avvalere di libri che raffigurano ciò che si sta cantando.


Video embeddato 

Le immagini ci possono anche essere di aiuto per permettere a bambini molto piccoli che ancora non parlano / parlano poco / parlano male di sapere in anticipo quale canzone si farà o, ancora meglio, far decidere al bambino stesso cosa cantare.


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Anna Accornero - Chiara Parisella
I bambini che faticano a comunicare possono spesso avere problemi non solo nel linguaggio, ma anche nella musica - discriminazione uditiva, percezione ritmica, movimenti fini, coordinazione. La pedagogia musicale risulta un approccio ideale per la sua semplicità e immediatezza, sviluppando abilità sonore e musicali in un modo giocoso e offrendo un ambiente sicuro che promuove la comunicazione.Ecco perché abbiamo creato un progetto per fornire strategie operative utili a insegnanti, educatori, professionisti e genitori che desiderano stimolare le abilità linguistiche attraverso attività musicali. Abbiamo anche incluso una sezione dedicata a genitori/educatori che si occupano di bambini da 0 a 3 anni.Le attività proposte non sono lezioni di musica, ma piuttosto strumenti terapeutici per supportare, non sostituire, la terapia del linguaggio. Sono suggerimenti che possono essere adattati alle esigenze specifiche del bambino e del contesto.Per rendere queste attività accessibili a tutti, abbiamo incluso file audio delle canzoni suggerite. Tuttavia, raccomandiamo l'esecuzione dal vivo senza l'uso di tecnologia per fornire un modello di imitazione efficace.