LE TECNICHE DI CONTROLLO DELLA FLUENZA

Propongo quindi la prima tecnica specifica di controllo dello sforzo: Easy Relaxed Approach Smooth Mouvements (ERASM – H. Gregory) che potremmo tradurre come “Attacco Dolce e Prolungato” che nei bambini chiamiamo “Parla Sci” o “Lentamente e Morbido” per ricordare come questa tecnica ci insegni a scivolare sul blocco ed a scorrere sulle parole.


Nel percorso di controllo volontario dello sforzo lo descriviamo a volte con il passaggio da 100% di sforzo – 50% di sforzo – 0% di sforzo poiché la persona ha imparato, precedentemente, come gestire lo sforzo e modularlo ed ora lavora

sull’articolazione morbida e controllata.


Vediamo alcuni video:

Nei due video con ragazzi balbuzienti si osservi la differenza tra maggiore e minore prolungamento e rallentamento in base alle difficoltà della persona ed alla gravità del sintomo. In alcuni casi la necessità di allungare e prolungare l’articolazione e rallentare in modo molto evidente l’eloquio è una condizione indispensabile per un minimo successo.


Un interessante documento è stato prodotto dal gruppo di lavoro di M. Onslow (Univ. di Sydney) di cui consigliamo la consultazione tramite i seguenti link :

Se avete ascoltato le registrazioni dal sito web precedente avrete notato come nelle tecniche di controllo della fluenza (in inglese come in italiano) “l’intensità” del prolungamento articolatorio, l’intensità del rallentamento sono spesso correlate alla gravità del sintomo ed alle caratteristiche della sua balbuzie.


Molti colleghi si chiederanno come sia possibile proporre ad un paziente un modello di parola così rallentato e chi potrebbe accettarlo come soluzione alla balbuzie?


Infatti la vera domanda non è “Cosa?” ma “Come?” in che modo con quali ragionamenti, con quali proposte operative e metodologiche... O meglio con quali nuove idee non-irrazionali, con quali nuovi approcci di cambiamento di tipo 2 , con quale atteggiamento rispetto ai 3 nostri ambiti:

  1. cognitivo: capisco il metodo e lo considero adatto alle mie esigenze
  2. emotivo: non mi vergogno, accetto il rallentamento di parola, aderisco emotivamente alla proposta  
  3. fisico - comportamentale: lo faccio, lo faccio bene, ci provo e lo applico  

la persona balbuziente potrà ragionevolmente aderire a questo progetto di terapia  


Attacco Dolce e Prolungato - ERASM - Easy Onset - Attacco dolce - Attacco morbido...Sono sostanzialmente termini simili per indicare: Un’intensità articolatoria ridotta con/senza deformazione articolatoria ed una pronuncia leggera, morbida da applicare sulle prime parole della frase e/o sull’intera frase se necessario  

  1. Prolungare, allungare la durata articolatoria dei primi suoni (prime 2-3 sillabe) della prima parola
  2. Collegare leggermente le prime 2 o 3 parole senza accelerare o “cantilenare” il suono 
  3. Un leggero rallentamento articolatorio generale  
  4. Un aumento del numero e della durata delle pause, se indicato   

Fate riferimento ai video precedenti.  

Mentre si introducono queste tecniche vengono presentate delle Istruzioni (scritte) che descrivono alcune condizioni comuni di pressione temporale, fretta nel rispondere, gestione del turno di parola ed indicazioni pratiche per dei comportamenti di auto-apertura verso il sintomo con lo scopo di ridurre gli atteggiamenti di evitamento.

Queste Istruzioni sono discusse, raccontate, descritte anche dal vivo, sperimentate, commentate sia in terapia che a casa con i familiari. I genitori sono invitati a parlare (per esempio) del “sapere cosa dire” descrivendone gli aspetti, giocandolo (play role) fino a definire un giorno speciale dedicato ad una Istruzione (lunedì: sapere cosa dire - martedì: rispettare il turno di parola - mercoledì …..) questa procedura è applicata a tutte le età. Per gli adulti sarà la persona stessa a illustrare in famiglia e praticare durante la giornata l’Istruzione del Giorno con i famigliari e sul lavoro.  

Il lavoro sul “contesto comunicativo” permette di rimodulare l’atteggiamento della persona verso l’ambiente, verso gli altri partner comunicativi ma soprattutto verso se stesso e la propria balbuzie.  

Capire che in molti casi la balbuzie ha un motivo contingente, ha una causa modificabile. Capire che la balbuzie non dipende solo da me, dal mio impegno o dal mio controllo, ma può essere causata da comportamenti e situazioni esterne su cui io posso intervenire è una potentissima RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA  

Definire la balbuzie come un evento che ha dei propri nessi causali su cui è possibile intervenire, che è possibile modificare perché non c’è nulla di obbligatorio, nulla che debba essere per forza detto in quel modo o in quel momento, nessuno che ci possa obbligare a farlo o dirlo.
Qui stiamo concretizzando i concetti esposti sulla R.E.T., sull’assertività, l’approccio sistemico... Vediamo un video di esempio.  

Ricordiamo quanto citato in precedenza:  

Sia la letteratura che l’esperienza diretta mettono in evidenza le difficoltà nel “problem solving” delle persone che balbettano.  

Vediamone una possibile spiegazione:  

La persona che balbetta accetta i modelli comunicativi e linguistici del suo entourage senza effettuarne un’analisi di funzionalità (efficacia ed efficienza) che invece normalmente applica, per se stesso, ad ogni altra situazione o costrutto cognitivo.  

Esempio: se l’insegnante dice “se non rispondete rapidamente vuol dire che siete incerti” e io che balbetto condivido questo pensiero, non avrò mai una comoda possibilità di gestire il mio tempo durante un esame.

Far capire all’insegnante che “una risposta giusta non dipende dal tempo in cui la dico” significa identificare che:  
  1. L’assioma maggiore velocità di esposizione = migliore studio è falso
  2. Io sono libero di scegliere la condizione per me più favorevole  
  3. Sono libero di dire NO senza sentirmi in colpa  
  4. Quindi il ragionamento giusto e a me favorevole è un “meta-ragionamento” (cfr. Watzlawick) rispetto all’assioma del punto 1: “io non discuto se chi aspetta a rispondere è meno preparato - io dico che una risposta è giusta se è giusta e non se è subito”
Diventare degli abili “problem solvers (L. Rustin)” implica:  
  1. Rifiutare il ragionamento sillogistico  
  2. Avere una mentalità edonistica (cfr. Assertività) nel senso di operare delle scelte in base al proprio interesse/benessere  
  3. Avere una mente aperta, priva di condizionamenti ideologici  
  4. Esercitarsi nel problem solving teoricamente, nel play role, nella vita reale 
Dopo il lavoro sull’attacco dolce, viene quindi introdotto, per tutti le persone che balbettano con più di 7 anni, il termine Parola Controllata (nei prescolari si usano altri termini e modalità). I suoi contenuti variano da persona a persona in base alle caratteristiche dell’eloquio, alle competenze linguistiche, cognitive e relazionali della persona.  
Si fa riferimento ad una struttura di parola che possa permettere una buona/ottima fluenza.  Esemplificando su un adolescente tipico con balbuzie:  

PAROLA CONTROLLATA (POSSIBILE DESCRIZIONE)

  1. Aspettare a parlare  
  2. Sapere cosa dire  
  3. Iniziare le frasi con attacco dolce  
  4. Un leggero rallentamento + pause più frequenti o più lunghe  
  5. Altro adatto alla persona  

Anche in questo caso si procede in accordo con i principi behavioristici:  

  • Quantità di parola crescenti per contesti ed interlocutori stabili
  • Quantità di parola stabili per interlocutori variabili e per contesti variabili
  • Difficoltà, pressione temporale, timing, ecc. variabili per quantità e qualità;
  • ...in base ai risultati ottenuti e riportati in un resoconto settimanale scritto (che viene richiesto dai 7 anni di età).

Il Quaderno di Lavoro viene quindi utilizzato sia come strumento per descrivere e definire di comune accordo le attività da svolgere durante la settimana, sia come Resoconto Giornaliero dei Risultati.  


Spesso la persona che balbetta tende a riferire o descrivere l’episodio più negativo o quanto accadutogli il giorno prima della seduta, specie se sfavorevole … al contrario considerare la balbuzie come un processo modificabile, come un evento che può essere cambiato, interrotto, anticipato, necessita dei contenuti e delle descrizioni spazio-temporali , sia contestuali che comunicativi, dell’evento di balbuzie. 

Viene quindi introdotta un’ulteriore tecnica di controllo della fluenza, descritta da Gregory come “Disfluenza Volontaria” che nei bambini chiamiamo “Parla Ammorbidente” con il significato di rendere più morbida la parola e la nostra bocca.  La disfluenza, cioè parlare in modo asimmetrico, non fluente, perché il parlante si ferma, fa delle revisioni di parola, cambia le parole, le ripete, ecc. è una normale condizione nella parola di tutte le persone!  

La Disfluenza Volontaria aiuta la persona che balbetta a “gestire e controllare il tempo per poter scaricare lo sforzo dalle strutture fono- articolatorie”.  

ALCUNE SPIEGAZIONI GENERALI:    

Controllare il tempo qui significa Gestire la reazione fisica - muscolare - emotiva - cognitiva all’insorgere di una tensione muscolare nelle strutture fono - articolatorie  

Chi balbetta reagisce a questa situazione “cercando una soluzione attraverso il problema” (ricordate Watzlawick: quando la soluzione è il problema) ...cioè spingendo ed incrementando lo sforzo muscolare, la tensione emotiva, i comportamenti di evitamento, ecc. ( ...quanto servirebbe qui il cambiamento di tipo 2 !!!) ...  

Tutto questo perché in quel piccolo spazio di tempo in cui viene percepita la tensione muscolare spesso prevalgono le risposte muscolari ed emotive vecchie, abituali, conosciute se pur scomode e spiacevoli poiché la persona non riesce a “stare nello spazio fisico e temporale dello sforzo”  

Non riesce a starci perché è uno spazio scomodo che genera sofferenza, evitamento e fuga, perché ha la percezione che non vi sia tempo sufficiente per reagire adeguatamente o non vi è stato tempo per percepirlo prima e dopo è inutile … non riesce perché non sa cosa fare di diverso o non ne è capace, oppure ( e può accadere) perché la sua balbuzie in quel momento ha il sopravvento sulle sue capacità di controllo.  

Spiego questa situazione con un’immagine:

PALLA PAZZA
TENTATIVI RIPETUTI DI VINCERE
LO SFORZO SFORZANDO ANCORA DI PIÙ

La disfluenza volontaria aiuta la persona ad aspettare, a non scontrarsi con la tensione muscolare, a stare in quello spazio fisico temporale in modo più comodo. Aiuta ad essere meglio “adattati” ed a reagire in modo più efficace riducendo gli evitamenti e le fughe. La persona è stata ( e sarà continuamente) aiutata ad “adattarsi” con la balbuzie volontaria, la generalizzazione, la confutazione delle idee irrazionali, il lavoro sulla fluenza...  

Disfluenza Volontaria (Parla Ammorbidente):  
  1. Possiamo ripetere parole  
  2. Possiamo ripetere parti di frase  
  3. Possiamo fare delle pause più o meno lunghe  
  4. Possiamo introdurre delle interiezioni (hemm, mmm, ecco …)  
  5. Possiamo anche ripetere lentamente una sillaba riducendo lo sforzo  
  6. Ognuno dei precedenti per il tempo necessario a ridurre e scaricare lo sforzo muscolare  
  7. Per poi riprendere la frase e proseguire con ERASM - Attacco dolce  
  8. Spesso è utile produrre un’ulteriore disfluenza volontaria nelle parole successive per completare con sicurezza la de-tensione delle strutture fono - articolatorie  

IL TRATTAMENTO LOGOPEDICO DELLA BALBUZIE
IL TRATTAMENTO LOGOPEDICO DELLA BALBUZIE
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Contenuti demo

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Alcune pagine dimostrative del volume

Area 1

Area 1

Le conoscenze di base - La Valutazione ed i Modelli Interpretativi più conosciuti

Area 2

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Fisiopatologia della Comunicazione - Prassie e Motricità di Base - Comportamentismo - Terapia Razionale Emotivo Comportamentale

Area 3

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L’Assertività - Pragmatica della Comunicazione Umana - Le Linee Guida per il trattamento

Area 4

Area 4

La terapia, note generali - Le tecniche di Controllo della Tensione Muscolare - Le Tecniche di Controllo della Fluenza

Area 5

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Note sul trattamento - Trattamento nei bambini prescolari - Plain Parent Child Interaction

Area 6

Area 6

Demand and capacities model - Lidcombe Program - G.A.L.M.

Area 7

Area 7

Confrontiamo per capire - Terapia in età scolare, adolescenziale ed adulta - Metodi di terapia

Area 8

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L’associazionismo - Per concludere... - Ringraziamenti - Bibliografia